lunedì 9 gennaio 2017

Gruppo di lettura "Cinder- cronache lunari" di Marissa Meyer - Capitoli 5-6-7-8




Eccoci alla seconda tappa di questo blog tour.

Riepilogo delle puntate precedenti.

Da un gruppo di pazze blogger è nata l’idea di fare una rilettura, nel mio caso invece prima lettura, della saga “Cronache Lunari” di Marissa Meyer. La saga è costituita attualmente da tre libri, ovvero “Cinder”, “Scarlett” e “Cress”. Nel corso del 2017 uscirà il quarto e ultimo.
L’idea di questo tour è quella, partendo dal primo libro della saga, di raccontarne e analizzarne i capitoli.




La trama in breve.

Cinder, metà umana e metà cyborg, vive con due sorellastre e una matrigna. Il rapporto con quest’ultima non è affatto buono, in particolare dopo la morte del patrigno della ragazza.
Tranquilli/e, non state vivendo un dejà-vu, questo libro si rifà davvero alla storia di Cenerentola.
Da queste premesse si sviluppa tutta la vicenda, il cui nucleo centrale è la ricerca della cura per un’epidemia che si è diffusa nel regno, la letumosi, intrecciato a il rapporto tra Cinder e il principe Kaito.

Nel blog la lettrice sulle nuvole trovate la prima tappa, ovvero l’analisi dei primi quattro capitoli. Qui, invece, troverete i capitoli che vanno dal quinto all’ottavo. Quindi senza ulteriori indugi, via all’analisi. Analisi.

[Spoiler alert]
Reduce dai primi quattro capitoli in cui la situazione è rimasta mediamente tranquilla, mi sono approcciata con serenità alla lettura del quinto. E infatti, da qui in poi va tutto allo scatafascio. In sottofondo immaginatevi innalzarsi un sonoro: “E te pareva”.
Scopriamo infatti che la macchia sul braccio di Peony è proprio la terribile letumosi, nel libro descritta così:
“Letumosi. La febbre blu. La pandemia mortale. Centinaia di migliaia di morti. Cause sconosciute. Cure sconosciute.”
Paura, eh?
E come se non bastasse l’angoscia di sapere di avere una malattia mortale, le persone affette vengono prese da robot-infermieri e portate in quarantena, isolate da tutto e tutti, affinché non contagino la comunità. Perché sì, volevate che ci facessimo mancare l’aspetto del contagio? 
Non ci stupisce, quindi, la disperazione di Peony e il sollievo, pur comunque misto a preoccupazione per la sorellastra, di Cinder quando scopre di non essere stata contagiata.
Cinder pensa così che per lei il peggio sia passato. 

Mentre leggevo questo passaggio, sentivo lo spirito della me lettrice ridere a crepapelle. Dai, insomma, ci avete davvero creduto che al quinto capitolo, dopo aver schivato la tragedia, la nostra eroina potesse avere un rientro a casa allegro?
La situazione che si presenta è infatti simile a quella di quando prendi un sette in un compito di matematica. Sai che poteva andare meglio, ma sai anche che solitamente prendi 5 quindi, alla fine, sei davvero felice, e non vedi l’ora di comunicare la lieta novella ai tuoi genitori. Addirittura per un attimo ti immagini la scena in cui, dopo averlo saputo, urlano a tua sorella: “Vai a prendere la bottiglia buona, stasera si festeggia!”. E invece quando glielo dici, l’unica cosa che ti rispondono è: “Ma non ti vergogni che la cugina della zia della nonna della tua amica delle elementari nel 1890 in quel compito prese dieci??? Che schifo.” Solo che qua, una volta tornata a casa, Cinder si rende conto che Adri, sua madre adottiva, ha già saputo del destino della povera Peony e, oltre a non aver aperto la bottiglia buona, ha anche già chiamato gli infermieri robot affinché si prendessero pure lei. Com’è che si dice? Due al prezzo di una? Più o meno. Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, infatti, la matrigna non è una grande fan di Cinder così, dopo il crollo emotivo per aver scoperto che una delle sue figlie sta per morire, ha deciso di prendersela con Cinder. E’ certa, infatti, sia lei la responsabile del contagio. Chiaramente l’avrebbe considerata responsabile pure del surriscaldamento globale, quindi non stupiamoci. Ma Cinder non ne è la responsabile, le sono stati fatti i test ed è risultato che non è stata contagiata. Ma la cara zia Adri non ci sta. No. E così, come quando stai scaricando un programma da internet e scopri che contro il tuo volere hai dato il consenso pure all’acquisto di una batteria di pentole o un completo di materassi, Cinder si è trovata volontaria alla ricerca sulla cura contro la letumosi. In questo caso, però, la responsabilità non è da attribuire a un “Boh vabbè metti che accetti tanto cosa potrà mai succedere…”, ma alla nostra (l’ho già detto cara zia?) cara zia Adri.
I robot, che Adri aveva preventivamente chiamato, così, si portano via la nostra eroina perché, anche se lei è contraria, essendoci il consenso dalla tutrice legale (che guarda caso è Adri) è legalmente possibile farlo.
Nel settimo capitolo ci troviamo proiettati nella clinica in cui avvengono queste ricerche. Come potrete aver immaginato, dato che come precedentemente detto la letumosi è una malattia al momento incurabile, in questa clinica le cose non stanno andando al meglio -che è per me un modo carino per dirvi che tutte le persone che si offrono (o vengono offerte) per partecipare alla ricerca della cura sono morte-. Il dottore a capo di queste operazioni è il dottor Erland. Se può rassicurarvi, però, Cinder è finita lì solo dopo aver lottato aspramente per sottrarsene. I robot, infatti, spiegano al dottore che si è ribellata, ha lottato, e alla Chuck Norris ne ha buttati a terra diversi ma, poiché qui non siamo in un film di Chuck Norris, alla fine i robot hanno avuto la meglio, quindi con una carica da 200 volt sono riusciti a stordirla e a portarla in clinica.
Infine, nell’ottavo e ultimo capitolo che andrò ad analizzare, assistiamo al risveglio di Cinder, il momento in cui si rende conto di dove si trova. Risveglio complicato perché costernato da incubi riguardo la sorella Peony.
Dopo il suo risveglio, inizia l’iter a cui vengono sottoposti tutti i/le volontari/e. La prima operazione che il dottore svolge all’arrivo di una cavia è il test della compatibilità, ovverossia quello che serve per capire la percentuale di elementi robotici che il soggetto contiene nel suo corpo. Più è alto, più il dottore ne è felice perché così può risparmiare gli esseri umani cosiddetti puri. Quindi gioia e gaudio da parte dal dottore alla scoperta che la percentuale di compatibilità di Cinder è al 36,28%, molto alta considerata la media. In seguito a questo test inizia la vera ricerca: viene iniettato nel soggetto un decimo di soluzione contenente i microbi della letumosi e, una volta che questi entrano in circolo, viene iniettato il lotto di antibiotici. Il corpo del soggetto poi farà il suo corso: o li sconfiggerà o verrà sconfitto. I microbi e gli antibiotici vengono inseriti nel corpo del soggetto attraverso il classico metodo della puntura, questo per farvi capire che modernità quanto vuoi, ma l’ago da conficcare nella vena non lo abbiamo ancora superato.
Tramite il dialogo tra Cinder e il dottore veniamo a sapere che i lotti di antibiotici finora testati sono ventisette e la rassicurazione è che ogni volta, le cavie, ci mettono un po’ di più a morire.
Finito il dialogo l’androide, in velocità, esegue questa operazione su Cinder.

“Un pizzico. Solo un pizzico. La voglia di lottare la abbandonò man mano che il liquido entrava dentro di lei”.

E ora? Cosa succederà alla nostra eroina? Ecco a voi il calendario per scoprire dove e quando si svolgerà la terza tappa.


A presto,
Frè.

venerdì 6 gennaio 2017

Babbo Natale vien da Londra



Ciao amici e amiche.
Dopo più o meno mezzo secolo di inattività, ho deciso di tornare a fare le cose seriamente. O forse a cominciare a farlo. O a provarci. Insomma, avete capito. Siccome è quello che dico più o meno ogni volta che scrivo un post stavolta voglio impegnarmi a farlo sul serio e, per dimostrarlo, ho deciso di ricominciare facendovi dei regali. Sono logicamente correlate le due cose? No. Lo faccio comunque? Sì.
Ma quali sono questi regali belli belli buoni buoni? (cit.)
Regalo numero uno:
Spilla di Harry Potter con le quattro case e il motto “Draco dormiens nunquam titillandus” + spilla del Millenium Falcon di Star Wars.

 
Regalo numero due:
Portachiavi di Doctor Who.

Regalo numero tre:
Spille di The Flash
Preciso che sono tutte cose che ho preso a Londra.
Perchè lo sto precisando? Non lo so.

Ora vi spiegherò i semplici passaggi per aggiudicarvi uno di questi premi: dovrete mettermi il like in tutti i social, commentare ovunque con "Frè 6 la the best", e convincere 47363 mila vostri amici e amiche a fare altrettanto. 
Scusate, ora faccio la seria. 
Dovete semplicemente diventare lettori fissi (dovete cliccare su segui nel riquadro dedicato a followers che trovate nella colonna di destra, se siete dal telefono scendete -con il mouse non voi fisicamente-, cliccate su "versione web" e andate sempre nella colonna di destra. (Tranquilli/e diventando lettori fissi non firmate un patto in cui mi date il via libera per prosciugarvi l'energia vitale- anche se ora che ci penso potrebbe essere un'idea- nè vi troverete invischiati/e in un'offerta di una batteria di pentole, serve solo a me per cercare di avere una credibilità nel mondo dei blog). Dopo di chè dovete commentare dicendomi quale dei regali vorreste, se ve ne piace più di uno scriveteli mettendo l'ordine di preferenza, così in caso veniate estratti/e ma il primo regalo da voi scelto sia gia stato dato, vi mando il secondo. 
L'estrazione la farò tramite random.org per garantire la correttezza. Il give away si concluderà a fine gennaio. Sì di quest'anno che già vi vedo a fare battutone del tipo "di che gennaio parli loooolllll". You villain.


Spero di essere stata chiara, cosa che solitamente non sono, per ogni dubbio scrivetemi pure qua.
Grazie a chi parteciperà e che la fortuna possa sempre essere a vostro favore.

A presto (spero),
Frè.