Mentre lo leggevo mi è successa un’altra
cosa che di solito non mi succede quando leggo (sto parlando dei libri letti
per piacere perché con i testi di scuola mi è successo spesso) credo – ma non
ne sono certa – di essermi addormentata varie volte. Dico di non esserne certa perché
è avvenuta la stessa cosa che avviene quando stai guardando un film e, dopo aver chiuso gli
occhi per 5 minuti, ti accorgi che il film è andato avanti di un’ora. In questo
caso gli occhi rimanevano aperti ma il cervello si addormentava. Grazie a
Madame Bovary, quindi, ho imparato a dormire a occhi aperti.
Di seguito vi racconto in breve la trama e vi dico cosa,
secondo me, non ha funzionato, anche se dalle premesse ero molto ottimista.
Madame Bovary narra le vicende di Emma, una ragazza di
campagna, che sposa Charles Bovary un medico rimasto vedovo. Lei, all’inizio
del matrimonio, ha moltissime aspettative riguarda la vita che andrà a fare,
salvo poi rendersi conto di quanto queste fossero lontane dalla realtà perché lei
trova che Charles, pur essendo un brav’uomo, sia estremamente noioso. Dunque
Emma cerca di rendere la sua vita quanto più vicina alla sua fantasia in altri
modi – tra cui, iniziando altre relazioni parallelamente al suo matrimonio.
Ironico come questo sia esattamente quello che è successo a me con il libro.
Forse Flaubert voleva farci vivere le emozioni di Emma, facendosi totalmente
immedesimare in lei.
Perché ero partita con grandi aspettative?
Innanzitutto perché è un classico, e a me generalmente
questo modo di raccontare le cose: descrittivo e a tratti lento piace molto, ma
qui ne ha approfittato un po’ troppo il mio caro Gustave. Tra una lentezza bella
e una che in una gara di lentezza tra questo e io che torno a casa a piedi dopo
aver fatto crossfit (e vi assicuro che cammino come Bambi appena nato), vince
il primo, è un attimo.
Un'altra cosa che mi interessava molto era la figura di
Emma. Qui ammetto che non sono rimasta totalmente delusa poiché il suo
personaggio, nella prima parte del libro, l’ho trovato molto interessante. Mi è
piaciuto l’approccio diverso – considerando che è stato pubblicato per la prima
volta nel 1856 – che ne ha dato dell’amore
femminile. Emma ha bisogno di passionalità, sorpresa, divertimento, elementi
che non trova in suo marito.
“L’amore , lei pensava, deve arrivare all’improvviso con grandi tumulti e fulmini, - un uragano nel cielo che ricade sulla vita, che la rivoluziona, (…), e trascina il cuore dentro gli abissi”.
Sicuramente le modalità in cui lei faceva capire al marito
di essere insofferente erano discutibili. Non gli ha mai spiegato il problema,
semplicemente lo trattava con modi molto sgarbati e irrispettosi (in queste
occasioni non mi trovavo d’accordo con lei), però il malessere di base era intrigante.
Come ho detto precedentemente, resasi conto di non volere
una vita così monotona, cercava dei modi per movimentarla: è diventata madre,
ma poi si è accorta che questo non era sufficiente, ha iniziato la lettura di
diversi libri per vivere altre vite e alla fine ha cominciato a tradire Charles
Bovary iniziando relazioni con altri uomini.
A questo punto, abbiamo una Emma completamente diversa. Da una totale
apatia, ci troviamo di fronte a una persona totalmente ossessionata dal suo
partner, in particolare nella seconda relazione che instaura:
“Ti amo tanto da non poter vivere senza di te, capisci? Certe volte provo un tale desiderio di vederti che mi sento lacerare da tutte le furie dell’amore…”
Capisco che questa relazione sia stata per lei l’unica cosa
che effettivamente la scuoteva dall’apatia e di conseguenza l’ha idolatrata a
tal punto da diventarne totalmente ossessionata, però l’ho trovato il solito cliché
della donna pazza per amore, pazzia non ricambiata dall’uomo il quale ne è
anche infastidito.
Da qui in poi, quindi, la noia per me si è moltiplicata.
Oltre alla già citata estrema lentezza, non c’erano più gli stimoli che il
personaggio di Emma mi aveva dato in precedenza a farmi continuare la lettura, quindi
ho smesso. Forse andando avanti migliora ma, onestamente, dopo aver letto a
fatica ¾ di libro, anche se la parte finale fosse esaltante (sono già a
conoscenza di come finisce) la mia opinione nella globalità non cambierebbe.
Ora vi chiedo: voi che ne pensate? Mi piacerebbe instaurare
un dialogo a riguardo perché magari non ho capito il libro. Se lo avete letto o
se siete informati sull’autore o sul contorno di quest’opera e la pensate
diversamente da me, ditemi la vostra! Oppure ditemi se anche voi avete
riscontrato questi, o altri, elementi negativi.
A presto,
Frè.