venerdì 9 settembre 2016

Prima della quiete di Elena Gianini Belotti



Siete in un periodo di tristezza generale e cercate un libro divertente, allegro e positivo? Se è così allora questo libro non fa assolutamente per voi, mi spiace. Se invece siete come me e quando siete giù di morale avete il bisogno fisico e psicologico di leggere e ascoltare cose che peggiorino ulteriormente il vostro umore, leggetelo assolutamente. 

Questo libro è la storia vera di Italia Donati, nata nel 1863 nel Cintolese (un comune in provincia di Pistoia). Italia sin da piccola aveva una predilezione verso lo studio e il suo sogno era quello di diventare insegnante, sogno che riesce a realizzare diventando maestra comunale. Ma, purtroppo, la sua voglia di essere una donna emancipata, si è dovuta scontrare con la mentalità chiusa di Porciano, paese in cui si era trasferita per lavoro e così, non riuscendo più a sopportare le voci false che giravano sul suo conto, si è tolta la vita. 

Il giorno in cui l’ho finito ero in treno per tornare a casa da Bologna. Era una sera di inverno. E io ero seduta sulla poltrona del treno con gli occhiali da sole che piangevo. Piangevo. E sì, piangevo ancora. Se state pensando che questo libro vi strazierà l’anima, avete pensato bene. Ma è anche molto di più. 
E’ un libro che racconta l’Italia di fine ‘800, è un libro che ce la fa vivere come fossimo lì. Ci fa arrabbiare. Ma, allo stesso tempo, ci fa sperare. Ci fa sperare di cambiare quella fine. Perché lei passa tutta la sua vita a lottare. E non lo fa usando i draghi (pun intended) o le spade laser, lo fa in tutta la sua fragilità di essere umano. E in questo libro ci vengono mostrati gli esseri umani in tutti i loro frangenti. E scopriamo che il bene non sempre vince. La crudeltà, in alcuni casi, può avere la meglio. Lei ha passato la sua vita a combattere per l’emancipazione femminile, in un epoca in cui anche fare la maestra sembrava inconcepibile. Anche se le persone vicine a lei glielo sconsigliavano, lei è andata avanti, ha lottato e ha perso. 

E allora io credo che se leggiamo la sua storia, e in tutto quel dramma troviamo il filo di speranza che sottende il libro e portiamo avanti la sua battaglia, allora un giorno il finale potrà davvero cambiare.
 
A presto,Frè.  

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